Criminals, Gli Umani possono essere più bestiali dei Demoni

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Murderess Doll
view post Posted on 30/8/2008, 18:14




Ecco qui, che già vengo a rompere con una mia FiccyXD

E' a più capitoli quindi li posterò man mano O_o
Ci metterò tempo perché sto lavorando a due fiction contemporaneamente, una su patty e questa^_^

Spero vi piaccia e voglio commenti, buoni o cattivi che sianooo XD
Alla fine di ogni cap metto la spiegazione delle armi che eventualmente vengono citate^_^


Capitolo I°: Missione


Silenzioso passo, quello che lo porta a percorrere il corridoio di quel palazzo. La penombra assale il luogo, poche sono le luci accese e lui, non ha la benché minima intenzione di accenderne qualcuna. Si guarda attorno, calmo, incredibilmente calmo per la situazione. Albini appaiono i capelli, che ricadono sul viso, vinti dalla gravità, leggermente sbarazzini, non proprio ordinati. Il viso giovanile, di un semplice diciannovenne quale è; così giovane, eppure già portato a quel “lavoro”.
Indossa un giubbotto della squadra speciale, sotto, quello antiproiettile, che detesta, ma il protocollo rimane il protocollo. Alla vita una cintura, due granate sulla destra, bene fissate così che siano agibili a lui ma soprattutto, che la linguetta non sia troppo pericolante. Pantaloni corvini, con lo stemma della squadra cui appartiene e anfibi, accuratamente allacciati in cui scompaiono i pantaloni. Al collo ha gli occhialini a visione notturna.
Inspira profondamente e rilascia l’aria, l’auricolare all’orecchio sinistro di tanto in tanto lo infastidisce con leggeri gracchi, naturali per quel modello un po’ vecchiotto. Ha una semplice Uzi con se, considerata una minimitragliatrice, d’altronde, è pur sempre territorio civile quello. E quelli, non sono che “semplici” ragazzetti che vogliono giocare a fare i terroristi per lui.
<< Ehy Ver…>>
Una profonda voce giunge all’orecchio del giovine, rallenta il passo, essendo stato distratto momentaneamente. È la voce di uno dei suoi fratelli maggiori, a volte è uno strazio averli in collegamento aperto, ma soprattutto, a volte è uno strazio avere LUI in collegamento aperto. Sorride semplicemente a quei pensieri. Se lo sentisse, gli sparerebbe di certo.
<< che vuoi Dante… >>
Ecco, starà iniziando la solita chiacchierata “annoiata” del fratello.
<< sai quei film che si vedono di tanto in tanto…quelli di idioti muscoli e canottiera unta che giocano a fare gli eroi? >>
<< si, quindi? >>
<< ecco, mi chiedevo, secondo te, perché diavolo tengono la machete in bocca? >>
Dopo la frase, cala il silenzio. Scappa un sorriso accentuato al ragazzo. Che si trattiene nel lasciare una leggera risata. Cercando di non lasciarsi distrarre troppo. È felice di poter finalmente lavorare con i fratelli, sono di due anni più grandi, e hanno cominciato prima di lui ad essere operativi sul campo, li ha invidiati da tempo. Ma ora, “lavora” assieme a loro.
<< che diavolo centra Dante? >>
<< no seriamente Ver, pensaci. Cavolo, sono tamarri, che schifo. Con tutta la gente che uccidi e con tutte le cose che ci fai con una machete te la ficchi in bocca? >>
<< tamarri? Detto da te suona un po’ strano >>
<<ehy, mi stai dando del tamarro? >>
<< ma figurati… >>
I soliti battibecchi idioti. Certo che ha dei fratelli strani. L’ha sempre pensato, ma giorno dopo giorno, li trova sempre più assurdi, e sempre terribilmente divertenti.
Cerca di non farsi distrarre oltre. Il piano appare sicuro. Decide quindi di riprendere i suoi passi a salire le scale viste in precedenza. Silenzioso, solo qualche piccolo sussulto dei suoi passi, difficile da sentire se non si sta bene attenti. Sale le scale. Arma tiene ad altezza uomo, semplicemente con la destra, d’innanzi a se. Una semplice UZI è maneggiabile con una mano, la sinistra, si tiene al fianco. Sino allo sbocco delle scale. Braccio flette e arma porta vicino al busto, vicino al viso. S’appiattisce contro il muro e si sporge leggermente, quanto basta per farsi un idea generale sulla situazione. La zona a prima vista appare sgombra. Tuttavia opta comunque per la sicurezza, non vuole sbagliare. Non se è in squadra con loro.
S’abbassa e si espone, puntando l’arma prima a destra e poi a sinistra, le gambe sono flesse, il battito cardiaco ancora regolare.
<< quindicesimo piano vuoto. Non sono qui >>
<< che noia gente, che noia…non vedo niente dall’altro palazzo. Continuate, io cerco ancora, ma dalle finestre nulla mie cucciolette >>
<< idiota…Nero, piano? >>
Sente il suo nome venire evocato e quasi si desta da una sorta di “trance”. Sinistra porta vicino all’orecchio, facendola poi sviare al colletto, alzandolo leggermente, verso le labbra.
<< settimo piano, vuoto. Nemmeno qui >>
<< Nero, dovresti rilassarti! >>
<< sono rilassato >>
<< ma se sei così silenzioso. Diglielo Ver >>
<< maledizione Dante, tu sei a fare il cecchino, noi sul campo. Secondo te perché cerchiamo di fare silenzio? >>
<< Dio che noia che siete voi due! >>
Ancora sorride il giovine, un sospiro sconsolato. Bisogna averne di pazienza con Dante, ma alla fine, è meglio così, altrimenti, davvero sarebbero noiose le missioni alla fine. Esperti in balistica e campo bellico, sensi sviluppati come animali e velocità di ragionamento fuori dalla norma; alcune cose di quegli agenti speciali. Che ormai non hanno una vita, semplici strumenti del distretto “discreto”. Si, perché loro sono normali cittadini che fanno un lavoro “speciale”.
<< signorine, movimento al dodicesimo piano >>
<< cosa vedi? >>
<< un uomo. Taglia media occidentale, vestito da militare. Che schifo, non hanno fantasia questi idioti e…oh ohh un M16! >>
Sgrana gli occhi Nero nel sentire l’armamento del possibile sospettato, e spontanea gli viene un’esclamazione, lui, che di solito se ne sta in silenzio. Inesperto sul campo.
<< un M16? Chi diavolo ha dato un M16 a quello li? >>
Bassa risata da parte di Dante, che ancora tiene sotto tiro il sospetto. Senza tuttavia sparare, non è sciocco ed è abbastanza esperto sul campo, sa bene che non è il caso, anche se effettivamente, gli prudono le mani dalla voglia che ha di porre fine quanto prima a quell’assurda noia. Sospiro da parte di Vergil, risuona quasi come un sibilo nell’auricolare.
<< Sali Nero, ma fai attenzione ai piani che ti mancano. E’ stato avvistato al dodicesimo, ma potrebbero esservene anche nei piani non ispezionati >>
<< Si >>
E le comunicazioni cessano. Finalmente sembra che quella loro “avventura” ordinaria prenda una piega un po’ di più movimentata. S’avviano entrambi alle scale, chi prenderebbe mai un ascensore in una situazione simile?
Scende celere Vergil, gli stivali fanno più rumore di quello che vorrebbe ma non se ne cura più di tanto, sicuro di se come al solito. Nero sente una leggera pressione al capo, non è abituato come i fratelli ad operare sul campo, poi non vuole sfigurare con loro. Buon sangue non mente, questo si dice di solito. Silenziosi, i due vanno verso il piano prefissato.
<< movimento anche nel decimo. Due, armati anche loro di M16 >>
Semplici ragazzetti che vogliono giocare a fare i terroristi? E come diavolo si sono procurati allora dei fucili d’assalto? Qui c’è di più. Gli ostaggi secondo quanto loro detto sono umili impiegati degli uffici, sette, non di più e non di meno.
<< ci penso io >>
<< Nero, no, sono in due >>
<< dai Ver, lasciami fare >>
<< ha ragione Ver, hai poca esperienza sul campo >>
<< un motivo in più per farne >>
E il silenzio. Verso stizzito emette Vergil, cocciuto di un fratello minore. Scende le scale più velocemente, nell’aria risuona un lieve lamento man mano che ormai è al piano del primo avvistamento. È vestito come il fratello minore, ma i suoi lineamenti sono più marcati, severi e gli albini capelli sono portati indietro. Hanno entrambi, un armamentario standard, tuttavia Vergil, porta sempre con se un coltello. Ha sempre favorito le armi da taglio. Sistemato nella cintura, dietro, nella zona lombare.
Si ferma ad un certo punto, udendo una voce, assottiglia gli i gelidi occhi concentrando l’udito. Mormorii e singhiozzii, flette le gambe, posando il ginocchio destro su un gradino, rimane immobile. Non scende oltre, e rimane li. Ora ascolta.
<< vi prego, vi prego non fatemi del male >>
<< Giulio, non so, non credo sia una buona idea. E se ci scopre il capo? >>
<< oh che fighetta che sei. Tanto fra un’ora apriamo il serbatoio e infettiamo questi stronzi. Anche se ci divertiamo con questa qui prima di infettarla sai che problemi. Tanto è destinata a morire >>
A quelle parole la donna, probabilmente assediata dai due soggetti bellici, emette un verso strozzato. È palese che ha paura la civile. Alza gli occhi al cielo Vergil.
<< no, dai io non ci sto. Senti, lasciamo perdere, torniamo dagli altri >>
Passi, una porta che si apre, s’accosta ma non si chiudo. Uno dei due sembra essersene andato. Molto bene, gli da più possibilità di libera azione. S’alza e afferra con la mancina il ferreo corrimano di quelle scale di sicurezza. Le gambe vengono leggermente flesse poi distese in uno scatto. Un semplice salto che gli fa passare l’ostacolo e piombare letteralmente al piano di sotto. Un piccolo grido lancia la donna, che le soffoca in gola nel vedere quell’ombra piombare giù, sgrana gli occhi il prossimo aggressore e si volta di scatto. Solo per vedere quel ragazzo, più giovane di lui, che lo afferra per le spalle e gli fa cozzare con indifferente violenza la testa contro il muro. S’accascia quel corpo a terra. Non è morto, ma resterà privo di sensi per un bel po’ probabilmente. La donna è seduta a terra, appiattita contro il muro, con un espressione terrorizzata. Sembra sulla trentina, una povera impiegata degli uffici tutta scapigliata, le gote arrossate invase da fiumi di lacrime. Sospira Vergil non ci sa fare con i civili, non sa bene che dover dire ora, ma le concede comunque qualche sussurro attento.
<< si trova ora al sicuro, Signora. Prego, rimanga qui sino a quando non sarà tutto finito >>
Tutto quello che le dice e distoglie lo sguardo, senza badare oltre a lei, non ama interagire con i civili. Per lui troppo piagnucoloni e isterici. Lo innervosiscono sempre.
S’avvicina alla porta socchiusa. Bene, è ora di valutare la situazione e darsi da fare per risolvere il tutto più velocemente possibile. Nella speranza che Nero, se la cavi.




Uzi: conosciuto anche come mini-uzi; viene considerata come seconda generazione delle pistole mitragliatrici. Il pregio maggiore di questa arma è l’alta manovrabilità mentre il suo difetto si trova nella scarsa capienza del caricatore.

M16(o AR-15): questo è in realtà un “vezzeggiativo” militare. È per estero “Fucile d’Assalto M16A4”. Questo modello offre un attacco di fuoco a “raffica libera”, non offre grande pregio nella capienza del caricatore ma è comunque considerata arma di ampio utilizzo nell’espediente bellico.






Fuori uno, spero non sia troppo noioso ç_o
 
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-Raziel-94
view post Posted on 3/9/2008, 20:37




manco fossi un critico ma comunque ti dico qualche cosa
1 dovresti fare la scrittrice
2io modestamente avrei usato vergil come cecchino
3 cavolo te ne intendi di armi anche se io al posto dell' m16 avrei utilizato un buon caro vecchio ak47 si addice di puù a dei terroristi
 
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Murderess Doll
view post Posted on 23/9/2008, 18:04




Grazie mille^^
Stase o domani posto il secondo cap °°
Comunque ho utilizzato un arma moderna perché ormai, vedere che hai giorni d'oggi i terroristi o gli "occupatori" sono ben dotati di armi di fama militare, fortini dalla russia e dagli americani in persona <.<
Grazie ancora *-*
 
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Murderess Doll
view post Posted on 24/9/2008, 22:28




Capitolo II° little problem



Non offre molto la vista, le stanze sono in una buia penombra, abbastanza stressante per un operazione come quella, eppure, come al suo solito Vergil non sembra fare alcuna piega. Si limita ad attendere qualche secondo, mentre la tremante civile rimane li ad osservarlo, come una figurina gracile bisognoso di rassicurazioni e protezione, la prima, l’albino, sembra proprio intenzionato a non fornirgliela. Un sospiro, niente, non riesce a cogliere informazioni visive, arretra di qualche passo, un’occhiata al sospetto, appare ancora privo di senso. Abbassa leggermente il viso, collegamento audio sempre attivo, come da programma.
<< contatto visivo >>
Il silenzio, non v’è alcuna risposta per diversi secondi.
Dante, dal palazzo di fronte, sentendo le parole del fratello ecco che alza il mirino verso il suo piano, mentre stava prima tenendo d’occhio quello del fratellino minore, d’altronde, è pur sempre alle sue prime esperienze sul campo. Al piano di Vergil c’è del movimento, un sospetto, quello avvistato prima sembra che stia dando delle direttive a qualche d’uno, tuttavia, delle persone abbassate gli impediscono la visuale. Ciò che vede lui si trova ad una stanza adiacente alla posizione del gemello.
<< posizione >>
<< mi trovo alle scale di sicurezza, c’è una civile, incolume e un sospetto. Privo di sensi >>
Un veloce ripasso nella mente di Dante, sulla struttura dell’edificio. Attuale posizione del fratello e posizione del soggetto sotto tiro vengono incamerati nella struttura mentale, come se avesse un computer nel cervello ecco che elabora. Questa, è un’altra delle sorprendenti abilità degli albini, capacità di elaborazione dati simile a quella di un computer.
<< oltre la porta delle scale di sicurezza ti trovi in una sala, alla tua destra corridoio che porta ad una stanza con le persiane abbassate, non posso darti dettagli. Alla tua sinistra, ti dirigi verso un sospetto sicuro, tuttavia ci sono persiane abbassate anche li, non ho altri dettagli >>
<< è sufficiente >>
E senza altro indugio apre la porta delle scale, facendo sussultare la civile che istintivamente si porta le mani al capo, come nella sicurezza che l’avrebbero trivellato di colpi. Ma questo non accade. C’è silenzio, il campo è sgombro. Nero non ha ancora fiatato e nemmeno sembrano giungere al microfono che ei rumori tali da poter far nascere anche una minima preoccupazione.
La penombra sembra regnare sovrana, avanza silenzioso, veloce le chiare iridi corrono su ogni cosa, una lampada posata malamente su un tavolino funge ad intermittenza, evidentemente guasta; destra o sinistra pare la scelta, una smorfia, detesta quelle missioni cui il limite è far sopravvivere i civili e cercare di tenere vivi pure i sospetti. Decide di tentare prima di tutto a destra, un sospiro impercepibile e quindi prende passo, l’arma da fuoco ha la bocca rivolta verso il terreno, il braccio teso che si distacca leggermente dal corpo, in previsione di una qualsiasi situazione di difesa o attacco. La porta non è lontana, la vetrata della caffetteria sulla sua destra lo distrae un attimo, una veloce occhiata nell’intesa di non trovarsi brutte sorprese, sembra essere deserte, e quindi prosegue. La porta suo obbiettivo è socchiusa, sente del leggero mormorio e del vociare, segnale che o vi sono degli ostaggi o dei sospetto o entrambi, non che per lui faccia poi così differenza.
Poi, si blocca.
<< maledizione >>
<< Nero? >>
Nulla dice lui, dopo aver udito l’imprecazione del fratello minore, a parlare poi, è stato dante. Non si può permettere il lusso di parlare.
<< avvistato. Scusate ragazzi…ora c’è macello >>
Poco passa alla fine della frase del giovine, perché già s’odono nelle cuffie il rimbombo degli spari, una smorfia sul volto dell’albino che subito indietreggia, si volta veloce e corre alle scale antincendio, ove la civile è ancora li, rannicchiata e tremante.
<< Ver, Ver cazzo vai giù da Nero! >>
<< Devo pensare alla civile, fra poco i sospetti di questo piano andranno giù, lo sai come funziona >>
<< Cazzo Cazzo! >>
Afferra la civile per un braccio Vergil, costringendola ad alzarsi, questa sussulta guardandolo spaesata. Un leggero lamento per la forza usata da lui ma niente dice, sembra fidarsi in qualche modo del suo salvatore e lo segue, sebbene impacciata, sulle scale. Salgono, i piani superiore secondo l’”esplorazione” sono puliti e Nero è attaccato a quello inferiore.


Ha fatto una bella boiata, preso dall’emozione ha fatto una serie di errori. Come prima cosa, eccessiva esposizione dagli angoli, ma fin li, nessuno lo ha visto per sua fortuna, ma il secondo errore, è stato quello di non controllare oltre le classiche vetrate degli uffici, dando scontato che non vi fosse nessuno essendo un loco esposto, ma non sempre i sospetti agiscono secondo manuale militare, anzi. Oltre una vetrata di un ufficio c’erano due sospetti, vedendo un ragazzino dagli albini capelli, non l’hanno riconosciuto e subito attaccato. E’ una fortuna tutta sua, che siano apparentemente più inesperti di lui, non hanno una buona confidenza con lochi così oscurati a quanto pare e non l’hanno colpito. Ha fatto in tempo ad abbassarsi e mettersi al riparo.
Raffica di spari, stanno sparando come isterici e se sta facendo bene i conti, presto dovranno ricaricare, uno un paio di secondi prima dell’altro. Il tempo di ricarica suo e di tre secondi circa, e pensando alle armi in dotazione che hanno quelli e che non appaiono particolarmente esperti, ci metteranno più tempo.
La raffica di uno si zittisce, e come previsto, anche dell’altro. Bene, flette le gambe mentre una leggera torsione del bacino fa voltare l’intero corpo. Pianta del piede sinistra continua ad aderire a terra mentre ginocchio destro si posa praticamente a terra. Destra che impugna la mini-uzi si solleva e punta agli arti inferiori dei sospetti, ricorda bene che deve cercare di tenerli tutti vivi. Spara e le cosce di questi vengono trivellate di colpi. Urlano e s’accasciano lasciando cadere le loro armi, proprio degli M-16. si tengono le cosce gemendo, decisamente non sono molto esperti come terroristi se questi sono, sembrano più poveri disgraziati messi li a fare un “lavoro” non loro.
Inizia ad alzarsi, il respiro accelerato, l’ha combinata grossa, questo proprio non va bene. Un rumore alla sua sinistra, fa in tempo solo a girarsi per vedere che un uomo gli sta per fracassare il cranio con una spranga.
Il rumore di un vetro che si crepa, un altro sordo e più attutito e il suo aggressore grana gli occhi, il capo di questi ha un innaturale scatto di lato, a destra e cade a terra, corpo che s’irrigidisce per poi afflosciarsi colpo. La spranga colpisce Nero, ma sulla spalla e il colpo non è eccessivamente violento. Poi, metallico suono che si ripete più volte quando cade a terra, arrestandosi infine. Sangue dal capo del sospetto inizia a scivolare sul pavimento, formando una pozza attorno alla testa e sotto. Il respiro di Nero è irregolare, come bloccato osserva il cadavere. Perché quel foro preciso alla tempia da ben poche idee di vita.
<< oh si Baby, preciso e pulito >>
Sente la voce di Dante nell’auricolare, un sospiro profondo quasi a cercare di calmarsi e sposta l’attenzione verso i sospetti feriti, che ancora agonizzano.
<< grazie Dante…ma, l’hai ucciso >>
<< c’era una scelta, o te o lui, insomma, fammene una colpa >>
E la risata di suo fratello maggiore risuona, Vergil non dice ancora nulla. Niente da parte sua nell’auricolare. Un respiro profondo di nuovo da parte di Nero e quindi, si sposta in una zona più sicura, ne arriveranno sicuramente altri.
<< gli ostaggi? >>
<< bho, Ver ne ha trovata una mi pare; Ver ci sei? >>
Uno sbuffo infastidito, si, quello è il solito Vergil che ora si intraprende in un dialogo col suo gemello.
<< dimmi >>
<< la civile, ha informazioni su dove sono gli altri ostaggi, gli e le hai chieste? >>
<< per chi mi hai preso Dante? Si gli e le ho chieste. Sembra che li tenessero tutti in una unica stanza nel piano di Nero, prima che lei la trascinassero via >>
<< bene bene, resta con la Lady, Bro >>
<< stai scherzando vero? È quasi in preda ad una crisi isterica, che ci faccio con lei? >>
<< l’eroe, la consoli >>
<< Dante… >>
<< fottiti? Ok va bene dopo però, dai mettila da qualche parte e vai già da Nero, Nero ci sei ancora? >>
<< positivo >>
<< ora collabora con i tuoi fratelloni >>
E cala il silenzio per qualche secondo.


C’è ben poco da fare, i sospetti sono in fermento, c’è troppo rischio per i civili, quindi, si sacrificheranno i sospetti, non che al cecchino interessi molto, sta semplicemente facendo il suo lavoro. Continua a guardare nel mirino Dante, usando la rialzatura del tetto come poggia fucile.
Il modello di quel fucile di precisione è un M40A3, solo il meglio nel suo lavoro.
Controlla con l’ottica i piani che segnalano la presenza dei sospetti, il piano dove Vergil ha recuperato la civile si è svuotato completamente.
<< bene, Nero…portane quanti puoi vicino alla finestre del mio lato. Così te ne abbasso qualcuno, Vergil avrà così le loro spalle e ne abbasserà altri caso mai io e te non li notiamo >>
Ovvio che con quell’abbassare intende che li stende senza possibilità di rialzarsi.
<< va bene >>
Semplicemente questo, ora attende, pronto con il mirino certo che il fratellino, sebbene ancora inesperto, ce la possa fare e che Vergil, comunque, possa essere pronto a dare una mano. Passano i secondi, il respiro di Dante è leggero, cheto, il battito cardiaco è quasi controllato dalla Psiche, ritmato ma non troppo agitato, tutto deve essere perfetto nella concentrazione di un tiratore. Ecco che vede quella bianca testolina di suo fratello, sottile sorriso si delinea su quelle labbra, ombre nella penombra, indice della mancina che ruota sull’ottica, aumentando un poco la visuale.
<< s’aprono le danze… >>


-----

M40A3: è un fucile di precisione attualmente in uso nel corpo dei marins degli Stati Uniti d’America, questo fucile è uno dei più adoperati o costosi per quanto riguarda le milizie, un terzo del costo viene attribuito solamente all’ottico. L’ottico non è quell’affarino posto sopra il fucile per la visione da lontano.




Ecco qui, finito il secondo capitolo^^
Povero Nero…gli fatto fare una figura abbastanza ingrata XD
 
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-Raziel-94
view post Posted on 25/9/2008, 15:36




wau sembra di stare in splinter cell poi quando dante pensa solo il meglio per me e troppo bello ache se io avrei usato un W2000 ( e inutile mi piacciono troppo le armi dei russoschi)cavolo se mi piace questa fan fiction e mi è venuto in mente anche un bell finale se vuoi te lo posto con un messagio privato ok
 
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view post Posted on 25/9/2008, 16:12
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Non male, non male.
Cerca però per la narrazione di non abusare di quel tono altisonante, un linguaggio più "terra-terra" può rendere la lettura più scorrevole e gradevole.
Il linguaggio dei ragazzi mi sembra appropriato, nulla da dire, a parte il "S'aprono le danze", magari un "si aprono..." sarebbe stato meglio.
Ah, gliele, non gli e le.

Per il resto nulla da dire, lunghezza giusta, descrizioni fatte bene, atmosfera resa.

Una sola domanda, il tizio che presenti all'inizio del primo capitolo è Nero? Perché inizialmente l'avevo scambiato per Dante.
 
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Murderess Doll
view post Posted on 25/9/2008, 18:57




Grazie ad entrambi =)
Dici raziel? XD non ho mai giocato a Splinter Cell...magari se c'è per pc potrei provarlo *-* anche se sono negata in questi giochiXD
Mi farebbe davvero piacere tu mi dicessi la tua idea di finale, anche se in realtà io ho già scritto il sesto capitoloXD è una fiction molto...moooooolto lunga X°°°D
ma una tua idea può essere una nuova fonte per migliorarla =D

Eh lo so D@nte, mi riconosco il difetto nella scrittura, il problema è che sono una ruolatrice di Land Fantasy da quattro anni e in realtà questo non è il mio stile di scrittura, è molto più stile "ottocentesco", è il più terra terra che riesco a fare in effetti XD
Si il tizio all'inizio è Nero =) Cercherò di rendere più normale la scrittura nei prossimi capitoli(quindi parlo del sesto o.O)

Il terzo lo posto stasera sul tardi o domani *-*
 
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view post Posted on 25/9/2008, 20:30
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Ah, ultimo appunto, occhio alla punteggiatura, ho notato che da qualche parte hai messo delle virgole che non ci andavano, da altre invece le hai omesse anche se dovevano esserci, le virgole sono fondamentali per dare ritmo alla frase, basta sbagliarne una e si può modificare totalmente il significato della stessa. Ma penso che tu lo sappia già.

Attendo il prossimo.

Edited by D@nte - 26/9/2008, 19:28
 
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Murderess Doll
view post Posted on 26/9/2008, 19:05




Eccoci col terzo capitolo. Sarà un po’ più statico dei precedenti, una specie di introduzione alla vera trama del racconto. Spero vi piaccia, buona lettura!



Capitolo III° Serial Killer


Il fratello ha le spalle verso la finestra, silente calcola ogni cosa, sopra il tetto poco più avanti di lui c’è una piccola asta con un nastro di raso bianco, che leggermente ondeggia verso sinistra, questo gli serve per il vento, la distanza ce l’ha impressa nella mente, ci vuole poco ora. Solo qualche, istante ancora perché ne siano a tiro minimo quattro, con i suoi tempi è ottimo. Si sistema nella sua posizione supina, il fucile ben agganciato ha un assetto fermo, perfetto, ora si può veramente dare il via alle danze, destro fa una secca quanto sapiente pressione al grilletto, primo colpo, c’è un leggero rinculo del fucile a precisione trattenuto dall’apposito sostegno, progettato per assorbire quanto basta la spinta di contraccolpo, un sospetto è stato colpito in pieno volto. Cade a terra. Si tratta di istanti, meno di un secondo. E istanti sono anche quelli che gli servono per ritornare in visuale da mira e sparare il secondo colpo. Ne segue un terzo e un quarto, poi anche un quinto essendone arrivato un altro in visuale. Sembra tuttavia non vi sia altro. Il suo fratellino non è stato minimamente sfiorato e sorrisetto deliziato s’apre sulle labbra di quell’esuberante albino.
<< Signorine, rimango il migliore >>
<< si Dante…Nero? >>
<< io sto bene >>
<< si che sta bene c’ero io a coprirlo. Altri sospetti? >>
Qualche attimo di silenzio, Nero prende a spostarsi verso l’interno, non sembra esservi nessun altro, solo il silenzio, solo quello a cui ha sparato alla gamba che tenta la fuga strisciando via.
<< ne è sopravissuto uno >>
<< meglio che niente >>
<< Dante, li hai ammazzati tutti? >>
<< e che dovevo fare Ver? oh avanti ne è rimasto vivo uno che ti frega? >>
Un sospiro esasperato da parte del gemello. Nero non dice niente, si limita semplicemente ad andare a recuperare il sospetto ferito, lo afferra senza badare alle sue lamentose proteste, lo tiene a terra tenendogli sulla schiena il ginocchio.
<< io recupero gli ostaggi rimanenti, Dante, chiama la squadra esterna e di loro di intervenire… >>
<< va bene, Nero, tieni li il nostro amico che ora salgono quelli del mestiere >>
<< positivo >>
L’unico dei tre che segue il linguaggio da manuale, a volte, è Nero, i suoi fratelli maggiori sono sempre stati più menefreghisti, ma nessuno effettivamente ha mai detto loro nulla, l’importante è che il lavoro venisse portato a termine, cosa che fanno sempre e puntualmente.
Dante chiama la squadra d’esterno, il cui intervento per questo retaggio sarebbe stato o in caso di intervento o a fine retaggio, fortunatamente oggi, avviene per il secondo caso. Per il resto, toglie l’ottica dal fucile e il sostegno, iniziando a sistemare tutto nella valigetta, scendendosene tutto tranquillo in un fischiettio tranquillo. Vergil, assieme alla civile precedentemente salva, recupera gli altri ostaggi dell’ufficio e li porta nella zona indicata via radio dall’altra squadra, che recupera i civili e li rassicura, cosa che lui, decisamente non è portato a fare. Dunque, anche lui è sceso, non ha più null’altro da fare, la parte più intensa è passata, il suo lavoro è terminato. Nero attende i componenti dell’altra squadra consegnando a loro il sospetto ferito, mentre dando un ultima occhiata ai deceduti sospira, scuotendo il capo; si dovrà abituare all’idea di uccidere, vuole essere all’altezza dei fratelli, non è competitività, no, ma semplicemente, forse un poco di orgoglio e forse, perché sente che quella è la sua strada, alla fine, di alternative ormai, non ne ha molte. Si ritira anche lui, in silenzio.

La gip d’ordinanza li porta al distretto Beta, esistono due distretti in quella grande città l’Alfa e il Beta, distretti di difesa, che vengono fatti passare come quelli di polizia solo leggermente più sofisticati, ben pochi sanno che in realtà dietro si nasconde ben altro che normali agenti di polizia. Li dentro vengono accolti i più “spaciali”, sensi sviluppati, Q.I. superiori alla norma e diverse specializzazioni estreme. La loro vita è li, pochi hanno una casa al di fuori del distretto, il resto se ne vive li, le loro case sono nei piani inferiori, la vita è “sottoterra” in quei luoghi. Entrano e prendono l’ascensore, come al solito il chiacchierone tra i tre è Dante, Nero gli tiene testa solo per divertimento mentre ogni tanto Vergil interviene, lasciando addirittura di tanto in tanto sulle labbra un leggero sorrisetto. Arrivano al piano “vivo” del distretto, il -2. Non appena s’apre la metallica porta dell’ascensore ecco che si vede l’illuminazione artificiale di un corridoio, s’incamminano, nell’aria il suono di telefoni, qualche metallico rumore delle macchinette del caffè, è abbastanza vissuto come luogo, anche se li si va più per la diligenza formale.
<< bentornati >>
Una voce maschile, da un corridoio parallelo spunta il loro capo, un uomo non molto alto che a mala pena raggiunge il metro e settanta, ne robusto ne magro dal viso tuttavia pieno e un poco rugoso. I capelli sono bigi per via della vecchiaia precoce su questi, un cinquantenne dal sorriso facile, vestito con normale maglietta e Jeans, d’altronde, li vive. In mano tiene un fascicolo.
<< Ehy Tim! >>
Esclama Dante con un cenno della mano, la formalità qualcosa di arcano e sconosciuto per lui. Nero sorride con un cenno del capo, Vergil, bhe lui semplicemente lo guarda.
<< mi hanno detto che avete fatto macello! >>
Non si mostra arrabbiato, anzi, ecco che si immedesima in una grossolana risata, scuotendo il capo e agitando quel fascicolo in aria come a voler scacciare qualche mosca. Sorride Nero sospirando.
<< è colpa mia, mi sono esposto e Dante ha dovuto aiutarmi >>
Sorriso imbarazzato sul viso di quel ragazzino mentre sbuffando Dante si posa una maso sul capo scrollandogli e componendogli ancor di più quella chioma albina, Vergil sorride spostando poi lo sguardo glaciale sul suo capo.
<< immagino ci sia altro lavoro… >>
<< immagini bene Vergil, chiamate Kasdeya e fatevi trovare nella Sala proiezioni, li vi spiego tutto. Questo è un caso grosso ragazzi, vi voglio al massimo! >>
Un’altra risata, mentre facendosi aria col fascicolo, lui già s’avvia. I tre fratelli si guarda, sorrisetto divertito su Dante che già pregusta un altro compito, quando dice che è un caso grosso vuol dire che lo è sul serio, questo è il bello di quella vita. Non ci si annoia mai, almeno, secondo la sua ottica. Vergil si passa la mancina tra i capelli, una smorfia.
<< finita una missione e già ne abbiamo un’altra >>
Sbuffa, mentre Nero ridacchia. Passo prendono verso i laboratori. È grande quel posto, più piano sotterranei anche se il più vissuto rimane quello, e nella sera, la zona notturna con le varie stanze. Arrivano al sesto laboratorio, è chiuso e la luce d’esterna è rossa, segno che è occupato, va sempre li quella ragazza e quindi, sono certi che li la troveranno. Dante appoggia la destra sulla schiena del fratellino minore.
<< vai Nero, chiamala >>
<< eh? Perché io? >>
<< perché a me e a Vergil dice su quando la disturbiamo, mentre tu sei piccino e carino >>
<< ma…Vergil? >>
<< fai il bravo Nero, chiamala >>
Questa volta i due gemelli sembrano essersi messi in combutta, sorridendo divertiti mentre il giovane fratellino minori li guarda sbalordito, schioccando quindi la lingua sul palato, verso stizzito.
<< ho capito grane ambulanti >>
Bofocchia avvicinandosi alla porta, cerca tra le sue tasche il tesserino e lo mostra al riconoscitore elettronico, viene accettato e la porta in un sibilo s’apre. Entra lui mentre i fratelli maggiori lo aspettano fuori. Subito lo investe l’acre odore dei vari prodotti chimici mentre li dentro la temperatura è piuttosto fresca, non proprio fredda dato che ha ancora la “divisa” addosso. Un sospiro mentre osservando varie fialette, cavi, microscopi, buste di plastica e di carta con dentro varie prove di vari tipi e quant’altro, cerca Kasdeya. La intravede in fondo al laboratorio, china su un microbio, i capelli raccolti in una stretta crocchia, pochi ciuffi che sono vinti dalla gravità e sfuggiti all’acconciatura. Un camice bianco lungo.
<< Kasdeya? >>
Sussulta la ragazza tornando dritta di colpo, voltandosi, guarda Nero. Chiara la pelle della ragazza, biondi capelli leggermente ricci, possibile ora notarlo solo dalle ciocche che ribelli ricadono ai lati del fine viso, occhi dalle iridi zaffiro, una corporatura esile che le fa raggiungere il metro e settanta circa, non si può di certo dire che non sia prosperosa ma non è nemmeno esagerata. Indossa un magliocino bianco e dei Jeans neri. Sospira scuotendo il capo, al collo la catenella che tiene gli occhiali da vista, vinti dalla gravità son posati sul petto.
<< Nero, ho detto più volte che gradirei non essere disturbata >>
<< lo so scusami, ma Tim ci vuole nella sala proiezioni >>
<< è successo qualcosa? >>
<< ancora non lo sappiamo ma sembra che ci sia qualcosa di grosso >>
<< capisco…chiudo qui e sono con voi >>
Gli sorride gentile e lui annuisce, avviandosi all’esterno del laboratorio, lasciando che lei arrestasse quello che prima stava facendo. Una ragazza ventuno anni, ha passato l’infanzia li ed è cresciuta li, il suo Q.I. è superiore alla norma e questo le ha permesso di diventare la biologa specializzata del distretto Beta, lei esamina e controlla ogni reperto e ogni sostanza, il suo cervello è portato per la comprensione di sistemi molecolari e prove di derivazione biologica, in oltre, è abile nel riconoscere ad occhio certe sostanze, poi, altri pregi che sarebbe inutile citare ora.
Spegne le luci per migliorare la visuale e sistema ciò che ha da sistemare. Sistema alcune provette e controlla che l’apparecchio per tenere il sangue a temperature sotto lo zero sia a norma di funzionamento. Sospira togliendosi la catenella degli occhiali, appoggiandoli sul tavolino solito. Indi, affusolate dita disfalo la crocchia lasciando che i capelli ricadano sulle spalle, superandole di non molto. S’avvia silenziosa alla porta, uscendo, sorridendo agli altri due.
<< ciao Vergil, ciao Dante. Come è andata la missione? Te la sei cavata Nero? >>
Cordiale la voce che usa con loro, confidenziale, li conosce da quando è una bambina, ha passato con loro l’infanzia. Un cenno da parte di entrambi e Vergil prende parola.
<< è andata bene, Nero non è stato male, il problema è che Dante ha sterminato i sospetti, ne è rimasto vivo uno, ferito da Nero >>
<< ehy! Scusa tanto se ho cercato di salvare il nostro piccino eh! >>
Scoppia in un’allegra risata Kasdeya mentre il povero Nero si sente avvampare dall’imbarazzo. E le loro giornate sono così. Tra la serietà e lo scherzo.
Raggiungono la sala di proiezioni, una stanza ampia, al centro un tavolo ovale di vetro con dieci poltrone tutt’attorno, a quella di fronte alla porta c’è seduto Tim che li aspetta sorridendo.
<< sedetevi ragazzi >>
E questo loro fanno. Quindi, il capo apre il fascicolo schiarendosi la voce. E, dopo una sbrigativa lettura, forse per riordinarsi i pensieri, osserva serio i componenti della squadra che lui stesso a tirato su.
<< questa volta ragazzi, siamo di fronte ad un Serial Killer >>



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si gli errori che hai citato me li riconosco tutti^^ sfortunatamente in grammatica ti dico...ho 5 XD
la grammatica è sempre stato il mio tallone d'achille ma cerco di impegnarmi ugualmente o.O
 
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view post Posted on 27/9/2008, 13:11
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Giust'appunto. xD
Un po' di lettere sbagliate nelle parole, ma fa nulla, il più grave è alla penultima riga: "...che lui stesso a tirato su." questo è grave, voce del verbo avere, ci vuole l'acca.

Bel capitolo, interessante.
 
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Murderess Doll
view post Posted on 27/9/2008, 20:10




orca miseria non me n'ero accortaaaaaaaaa O_O
grazie per avermelo fatto notare XD
 
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-Raziel-94
view post Posted on 29/9/2008, 12:26




wauuu sei bravissima ora ti mando subito un mp con il capitolo finale fatto da me
 
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Murderess Doll
view post Posted on 29/9/2008, 22:07




Capitolo IV°

<< questa volta ragazzi, siamo di fronte ad un Serial Killer >>
Sembra gravosa la voce di Tim, anche la sua espressione è seria, cala qualche secondo di silenzio. In cui nessuno dice niente, la squadra, semplicemente guarda il capo. Poi, Vergil, porta in avanti il busto andando ad appoggiare i gomiti sul vitreo tavolo. Volgendo una semplice constatazione.
<< abbiamo già avuto a che fare con un Serial Killer >>
<< quello era una pettola in confronto a questo ragazzo mio, questa volta siete di fronte a qualcosa di veramente pesante. Davvero abile, sembra che sulla scena del delitto non lasci tracce. La polizia non è riuscita a fare nulla, l’FBI sembra una donnicciola in preda ad una prossima crisi di nervi. Quindi, hanno dato a noi il compito >>
Sbuffa il capo ora, spostando la sua poltroncina sulla destra, si è messo bello comodo, d’altronde si sa che il loro capo ama la sedentarietà, come ogni superiore, lascia il lavoro sporco ai suoi dipendenti, ma sembra che così vada la vita. Nessuno replica o dice qualcosa, semplicemente, osservano Tim prende qualche secondo ancora di silenzio, osservando la squadra che lui stesso ha “cresciuto”, si schiarisce la voce e osserva qualche secondo i pascoli che tiene davanti a lui sul tavolo, prendendo nuovamente parola.
<< si tratta, in poche parole, di un assassino che prende di mira altri assassini…una situazione complicata. Fin ora ha ucciso due sospettati di stupro, li ha letteralmente appesi a testa in giù, legati per i piedi e sgozzati, come si fa con i Maiali… >>
Prende il primo dei fascicoli che tiene li e con un semplice gesto della mano lo spinge sulla liscia superficie del tavolo, facendo si che arrivi sino a Vergil. Semplicemente afferra il fascicolo con la destra lui, sollevandolo dal vitreo tavolo, e la sinistra lo apre. Ecco che si mostra il referto medico, cosa che a lui non interessa minimante, indice usa per spostare la pagina quanto basta, sufficientemente per vedere le foto, solite, del luogo del delitto. La prima che gli si mostra è del cadavere, nel pieno e nella naturalezza in cui è stato trovato. Il corpo è tenuto legato solo per caviglie, i pantaloni, verde brillante, sono stracciati e lasciano vedere dei lividi sulla pelle, bluastri che si confondono con il violetto colore che ha preso il corpo dato il dissanguamento. Non indossa una maglietta, il collo presenta un taglio netto, nel referto si sarebbe trovato che il taglio corrisponde ad un seghetto a dentatura sottile. Il sangue riversato sul collo e viso è ormai coagulato e inscurito, presenta in una grande pozza anche a terra, non ci sono impronte di scarpe che hanno postato la bianca pozza. Il corpo è totalmente violaceo, mentre l’epidermide vicino allo squarcio è annerita, conseguenza di una ferita che non ha modo di attivare i processi di rimarginazione, essendo ormai il cervello privo di imput. Sospira l’albino, chiudendo il fascicolo, dandolo a Nero, che senza pensarci due volte, lo porge a Kasdeya, il referto medico interessa sicuramente a lei, lui, si vuole risparmiare la visuale delle foto.
Vergil porta l’attenzione sul capo, nuovamente.
<< altro? >>
Annuisce Tim, prendendo i due fascicoli rimasti, porgendone prima uno, poi il secondo.
<< tre assassini, scarcerati per buona condotta dopo sei, sette e cinque anni. Li ha letteralmente crocefissi al muro. chiodi ai palmi e ha perforato loro lo stomaco. Non vi dico che schifo >>
Sospira lui scuotendo il capo, l’albino esegue la stessa medesima azione di prima. Guardando una sola foto, un uomo con le braccia spalancate, mani inchiodate al muro, il cui colorito della pelle varia tra il blu e il nero. Torso nudo anche questi, presenta un colo livido in pieno petto, violetto. E uno squarcio al ventre, si vedono le interiora leggermente sporgenti, la pelle rovinata dall’acido dello stomaco, e a terra sangue, sui pantaloni sangue. E lo passa a Nero, che fa come prima, posandolo tuttavia sul tavolo dato che Kasdeya sta esaminando il fascicolo. Dante appoggiato col gomito destro sul tavolo, da occhiate distratte e disinteressate al fascicolo.
<< mentre l’ultimo. Ha ucciso la madre, era in libertà vigilata in attesa del processo e delle pubbliche accuse. Completamente disfatto. Sono stati trovati pezzi di lui ovunque nella casa >>
Non si perse nemmeno a guardare le foto. Un corpo sventrato non è nel suo massimo interesse.
Silenzio rimane nella stanza, nessuno sembra intenzionato a parlare. Kasdeya osserva ancor quelle cartelle. I decessi hanno un ottica netta. Ogni parola detta da Tim è vera, sono state riscontrate alcune contusioni di mere entità, procurate tutte prima del decesso. Sembra che non siano state trovate fibre estranee o impronte. Nessun DNA da confrontare, nessun campione esterno. Le impronte sospette nelle case erano di amici o parenti, tutti con forti alibi. Si schiarisce la voce lei, chiudendo anche l’ultimo fascicolo e appoggiandolo sul tavolo. Guardando Tim.
<< ma…noi nel distretto non abbiamo un patologo legale. Io me ne potrei occupare, ma sono specializzata più che altro in prove. E…loro sono esperti d’azione su campo. Come facciamo per raccogliere prove, interrogare eventuali testimoni o sospetti o parenti o che sia? In oltre dovrei ricontrollare tutti i reperti non alterati che spero ci abbiano mandato >>
Sorrisetto sul volto del capo, che semplicemente, per ora annuisce. Assottiglia lo sguardo Nero, pensieroso.
<< è stata dato un primo profilo? Del perché si suppone uccida solo un certo sistema di persone… >>
L’uomo scuote il capo, sospirando.
<< su questo stanno ancor cercando di capire. Forse è solo vendetta verso la comunità. Magari il sistema di giustizia non gli piace o forse c’è qualche cosa di assai più fine e sublime dietro. Ancora non vogliono dare voce ai pensieri. In sostanza, lasciano tutto a noi >>
Una grossa risata mentre batte la destra sul tavolo, lo trova divertente. Smorfia sul volto di Dante, che distacca solo ora il viso dalla mano. Come risvegliatosi.
<< avanti Tim, non abbiamo nel distretto specializzazioni sufficienti. E immagino nemmeno il tempo per studiare noi queste specializzazioni >>
Sorrisetto furbo sul volto del loro capo, che porta la sinistra al mento, lisciandosi una barbetta giornaliera ispida e corta.
<< voi non preoccupatevi. Ho già chiesto al distretto Alfa di mandarci un aiuto per te, Kasdeya e un buon elemento che raccolga prove. Dobbiamo solo attendere il prossimo omicidio >>
Sgrana gli occhi la bionda, incredula, dischiude leggermente le chiare labbra portandosi indice e pollice alla fronte, quasi fosse presa da un improvvisa emicrania, sorriso ironico sulle labbra che mostra un misto di incredulità e irritazione. Lo guarda con quelle iridi zaffiro.
<< mi vuoi dire…che lasciamo apertamente, senza far nulla, ammazzare qualche essere umano…per nostra comodità? >>
Il tono è quasi ostentato, non ci vuole credere. Silenzio nella stanza, nessuno al momento par intenzionato a parlare. Si schiarisce la voce Tim, annuendo con un sorriso.
<< esattamente. Se il nostro bel Killer si comporta come ha fatto fin ora ucciderà un altro assassino o un qualche d’uno davanti alla legge colpevole. La moralità s’abbassa Kasdeya, in oltre, il sacrificio di pochi per la salvezza di molti >>
Annuisce Dante, si trova d’accordo con la sua mentalità, anche Vergil mentre appare un poco titubante Nero, ma bene o male è comunque un ragionamento che fila. Silenzia anche la ragazza, che mai dire? Ha ragione alla fine, non lo concepisce, tuttavia gli elementi e il tempo a disposizione sono qualche cosa di futile e nullo per tentare di prevedere un prossimo omicidio e per ricavare il profilo dell’assassino. Nessun testimone, per ora gli omicidi si sono svolti con una precisione assoluta a seconda dei referti. Ma vedrà lei stessa i reperti.
<< comunque… >>
Ora è Dante a prendere parola.
<< …è proprio necessario far venire gente dall’Alfa? >>
Si volta il suo gemello, guardandolo, non crede che al momento sia il problema più grande, anche se effettivamente un moto di competizione potrebbe nascere tra due squadre, e questo sarebbe controproducente. Forse questo sta pensando l’albino.
<< insomma Tim…sono schizzati quelli. All’Alfa ci vanno solo quelli con complicazioni per via dell’alto Q.I. >>
Alza gli occhi al cielo Vergil, si è decisamente illuso che il gemello potesse fare un’allusione più fine, ridacchia Nero portando le mani a posarsi sul tavolo. Sospira, scuotendo il capo e prendendo parola.
<< trovo sia invece molto utile. Per quanto riguarda le complicazioni, in qualche modo le affronteremo. Non saranno gravi se ce li mandano >>
<< abbiamo bisogno di tutto l’aiuto possibile. Non facciamo storie >>
E continua così Kasdeya. Sembra che quindi la prima questione sia risolta. Tim li informa che sarebbero arrivati il giorno successivo. Una ragazza e un ragazzo. Stranamente non diede informazioni su di loro, come a volere fare loro una “sospresa”, sembra quasi che in tutta quella storia lui si stia veramente divertendo. Esce prima Tim dalla stanza. I quattro componenti della squadra restano fermi, sembrano tutti persi nei loro pensieri.
<< non sono molto convinto >>
La voce di Dante risuona ora nell’aria.
<< …insomma, componenti estranei, non mi piace molto l’idea… >>
<< sono d’accordo con Dante, potrebbero creare problemi e imporsi, non credo di poterlo sopportare >>
Quando i due gemelli sono d’accordo non è mai una buona cosa, spesso Kasdeya e Nero lo hanno sperimentato. Si guardano, occhi zaffiro in occhi color ghiaccio, una specie di occhiata d’intensa, la stanno pensando allo stesso modo, quella non è una bella situazione. Sospira dunque il più giovane passandosi la mancina tra i capelli, arruffandoseli ulteriormente. Uno sbuffo e s’alza.
<< bon, vado a dormire. Tanto domani temo sarà una lungo, lunghissima, lungosissima giornata. Buona notte a tutti >>
Un cenno ai fratelli, un altro alla ragazza e s’allontana, infilandosi le mani in tasca e fischiettando, senza nemmeno attendere la replica degli affini. S’alza anche la bionda, sospirando.
<< Buona notte Nero, mi ritiro anch’io, se domani arriva un collaboratore devo essere riposata per il lavoro. Andate a dormire e non pensateci dai >>
Sorrise ai due albini, chinando il capo e congedandosi. I due rimasero li seduti, gemelli così diversi e così uguali.
<< che dici di sta storia Ver? >>
<< non so…vedremo come si sviluppa >>
<< bha, vabbè, cerchiamo di concentrarci su questo idiota qua che si diverte a smazziare sadicamente persone >>
<< mi ricorda qualcuno >>
Lo guarda Dante, sulle prime non capisce, scoppiando in fine a ridere.
<< ehy, io non sono così malato >>
<< quasi…dai, andiamo anche noi, ne ho avuta a sufficienza di questa giornata >>
<< ok, boss due >>
Ridacchia Dante alzandosi, così fa anche Vergil, ognuno dei componenti va alla sua stanza. Il corridoio inizia a diventare silenzioso, d’altronde è piena notte. Quasi mattino sebbene sotto qualche piano terreno non sia possibile notarlo. E così se ne vanno a distendersi loro tutti, lasciandosi andare alla stanchezza e al sonno. In una cognizione temporale così flebile e inutile.

-Ora: 10 a.m.
<< sono sicuro vi troverete a vostro agio qui. La ragazza, te ne occuperai te? >>
La voce di Tim risuona nel corridoio, silenzioso, in quelle ore ben pochi sono in piedi a lavorare, la vita li è più che altro notturna. Un biondo ragazzo annuisce. Biondi si, dai corti capelli disordinati e ribelli, pelle quasi bronzea e occhi d’un azzurro vivo e intenso. Sembra un ragazzino sui vent’anni una specie di “latin lover” dal sorrisetto divertito. Indossa una giacca Jeans senza maniche e semplici Jeans azzurri. Cui tiene intascate le mani.
<< faccio quello che posso. Dovendo pensare anche a prove e provette non posso fare miracoli. Avrete pur uno “strizza” qui no? >>
Un atteggiamento palesemente alla mano, che sembra più che altro un ragazzino all’inizio della sua adolescenza.
<< Emi, tutto bene? >>
Si volta a guardare la ragazza che umile e silenziosa lo segue. Occhi castano nocciola e corvini capelli, tagliati a pari sino alle spalle. Si mantiene leggermente curva quella ragazza di soli diciotto anni, le braccia flesse così che gli avambracci si posino sul petto. Non ha espressione quel pallido viso da bambolina. Alza solo lo sguardo a quelle parole, guardando il ragazzo, spostando poi altrove l’attenzione. Osservando la linea orizzontale che costeggia a decoro il muro del corridoio. La osserva qualche secondo lui, corrucciando un poco la fronte. E sorridendo alla fine.
<< sta bene? >>
<< oh si si, sta benissimo. Quindi che facciamo ora? >>
<< vi porto nella sala proiezioni, e vi chiamo la squadra, per un giorno salteranno qualche ora di sonno. Tanto ormai, dovrebbero esserci abituati >>
E scoppia in una risata, Emily sussulta alzando immediatamente lo sguardo, emanando un sibilo.
<< bene, entrate pure Denis, arrivo fra un po’ >>
Annuisce lui entrando, controllando bene che la ragazza lo segua e si siede. Lei inizia a girare per la stanza, ansiosa; inspirando ed espirando ripetutamente.
<< non è Alfa…non è alfa, non è alfa, non è alfa… >>
Ripetendo quelle tre parole quasi con morbosa isteria, il busto dondola impercettibilmente, cullandola nel cammino, esamina ogni cosa, osservandola, annusandola, senza toccarla. Inizia a sibilare ancora, come un serpente, senza dire nient’altro. La guarda un po’ lui, prendendo dalla tasca un oggetto, posandolo sul tavolo, attutendo con le dita l’appoggiarsi. Per lui il silenzio, ma Emily si volta di scatto, sentendo, lei, quell’ovattato suono ben conosciuto. Sorriso leggero sul volto di Denis che sposta la mano, rivelando la piccola biglia color latte. Sulle prime non si muove la castana, restando curva, sibilando ancora poi, piccoli passi fa, avvicinandosi alla poltrona cui la biglia è posta di fronte e, senza variare l’espressione fissa e sconvolta di quel volto disorientato, si siede, restando comunque curva, tanto che il mento quasi tocca il tavolo. Destra sposta a prendere la biglia, iniziando a muoverla lentamente. Letteralmente rapita da quella piccola sfera, osservandole la rotondità, prendendola e appoggiandosi allo schienale, rimanendo incurvata, viso basso.
Sembra che per il momento vada tutto bene, sospiro di sollievo tira Denis, proprio lui e lei devono mandare, gli mancano le sue cuffie, il suo Ipod. Non sopporta di stare in mezzo a delle persone, a degli sconosciuti. Si era abituato alla sua squadra, non possono chiedergli di abituarsi ad un’altra. Si schiarisce la voce, sciogliendosi un po’ nella tensione trattenuta.


ecco qui, capitolo tranquillo anche questo, ma d'altronde se si vuole fare decentemente una storia deve essere completa °°
 
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-Raziel-94
view post Posted on 30/9/2008, 17:13




molto bella non ho capito solo una cosa se non mi sbaio prima la ragazza la chiami emili giusto ma allora chi è denise?
 
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view post Posted on 30/9/2008, 21:17
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Gianico (BS)

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Buon capitolo, descrizioni ottime, ecco, attendo la revisione del metodo di narrazione, null'altro.
Brava.
 
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30 replies since 30/8/2008, 18:14   419 views
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