Capitolo X°
Il loro da fare si conclude ufficialmente alle 22.45, hanno perlustrato a fondo la stanza, il palazzo e il perimetro seguito ossessivamente da Emily, dovendo tuttavia rinunciare non appena dalle pesanti nubi grigiastre ha iniziato a scendere una pioggia insistente, che ha occultato ogni possibile traccia onorifica o qualsiasi cosa avesse attratto la giovane ragazzina. Il ritorno silenzioso come l’andata per il gruppo del Beta, pensieroso, Kasdeya si scioglie la coda, iniziando già a togliere quel suo aspetto formale visto che sta tornando a “casa”, gesti suoi più che altro istintivi dato che la mente vortica altrove. Arrivano prima degli altri, senza aspettarli prendono l’ascensore che li porta al piano inferiore, custodito gelosamente dalle profondità della terra. La loro solita procedura, cercare ora il capo, Tim, per il rapporto e per raccontare lui ogni dettaglio. Lo trovano nel suo ufficio, che fissava la finta finestra con un finto e realistico panorama esterno, da grattacielo.
<< ehy Tim >>
Esclama Dante avvicinandosi e sporgendosi sulla scrivania per simulare il gesto di sventolargli una mano davanti al viso, sussulta l’uomo fissandolo sbalordito, scoppiando poi in una grossa e sguainata risata, sotto lo sguardo divertito dell’albino e del fratello minore, Kasdeya scuote il capo e Vergil sbuffa impaziente facendo ridere del tutto Nero che prende parola.
<< dai Tim, siamo qui per il resoconto >>
L’uomo annuisce sollevando la destra e grattandosi il naso s’alza spostandosi dalla scrivania pensieroso.
<< ora che voi lavorerete con la squadra completa dell’Alfa, è bene che ci siano tutti, quindi andiamo nella sala delle riunioni, mi direte tutto, tutti, li >>
Stringe le spalle Vergil avviandosi per primo, seguito subito dalla bionda e solo in seguito dai due fratelli. Tim rimane fermo li, ancora pensieroso voltando lo scuro sguardo verso la finestra, inspira a fondo, come a percepire un buon odore nell’aria e raggiante, s’avvia veloce anche lui, il petto gonfio di un orgoglio che solo lui ora conosce.
Scende dall’auto il Team dell’Alfa, guardando il distretto che appare un normale edificio, ovviamente, essendo in borghese. Denis fa da apripista conoscendo meglio il luogo, Emily quasi lo affianca ma si tiene lontana comunque almeno mezzo metro, una spanna più indietro a due metri di distanza le altre due ragazze.
<< vi trattano bene? >>
Domanda con tenue tono la mora, osservando con apparente distrazione l’interno dell’edificio, che sembra un semplice ufficio di polizia, molto illusorio, ben congeniato e costruito. Seguono un corridoio fino alla stanza degli oggetti sequestrati, superano la grata di ferro nero aperta da un agente che li saluta con un sorriso subito riconoscendo il giovane biondo dell’Alfa, e seguirono il sottile passaggio tra gli scaffali ove vi sono i falsi sequestri fino ad una porta d’acciaio in fondo, appunto l’ascensore che li avrebbe portati al piano di sotto. Annuisce il biondo schiacciando il bottone.
<< si sono molto gentili alla fine, Kasdeya si è dimostrata subito amichevole >>
Annuisce alle sue stesse parole mentre le metalliche porte si aprono, lascia entrare prima Emily che frettolosa si preme contro un angolo, poi entra lui e le due colleghe, si tengono distanti dalla giovane autistica, rispettandola e conoscendola.
<< …lavora molto velocemente, molto più di me, Dante è un po’ strano ma sembra simpatico, bho non ci ho parlato molto >>
Annuisce assorto, schiarendosi la voce, riesce a parlare con loro, sebbene spesso il suo battito cardiaco acceleri, è pur sempre psicologicamente emarginato dalla società.
<< Vergil, direi che gli sto abbastanza sulle balle…mentre Nero… >>
S’incupisce la voce a nominare quel nome, mentre lo sguardo si fissa sulla porta metallica dell’ascensore, Saphyra alterna lo sguardo sui presenti, mantenendo un espressione rilassata e amichevole mentre Necrysia fissa il giovane ragazzo, ascoltandolo con apparente interesse.
<< quello…bhe non lo conosco molto bene… >>
Il tono è basso, quasi un sussurro sibilato mentre sul viso della mora s’espande un sorriso lieve e lancia uno sguardo di sott’occhi alla patologa, che ricambia e sospira. La porta s’apre, un metallico suono che annuncia l’arrivo, inclinante al melodioso; escono facendo qualche passo in un corridoio abbastanza ampio e molto illuminato, li segue anche Emily, fedele ma lontana di un metro e mezzo minimo, ad accoglierli una donna di mezz’età, dal sorriso tuttavia vivace e giovanile.
<< voi siete gli ospiti del distretto Alfa, no? >>
Esclama in un cinguettio, sospirando sconsolata, facendo loro segno di seguirla.
<< non sapete come vorrei lavorare nel vostro distretto, si dice che ci sia un ambiente più allegro e solare, qui quasi nessuno ha il mio carattere >>
Esclama imbronciata, Denis ha una smorfia di disgusto e sbuffa, gli altri non replicano, nessuno ha veramente badato a quelle parole che sono insulto, nessuno può conoscere l’alfa, distretto forse più simile ad una casa di igiene mentale. Poi si ferma la donna, mettendosi accanto al muro, proprio prima di una volta a destra, sorride loro.
<< prendete questo corridoio, in fondo c’è la stanza delle proiezioni, vi aspettano >>
Eseguono in silenzio, Saphyra e Necrysia s’affiancano di un metro e qualche cosa più avanti, sue Denis e poi, alla solita distanza Emily. Viene aperta dalla castana la porta a vetri, arriccia le labbra carnose e abbassa lo sguardo, arrossendo violentemente, limitandosi ad entrare e farfugliare un.
<< salve >>
Per poi spostarsi un po’, stretta nelle spalle, con timido ed impacciato sorriso. Segue la mora che sospira e fa un cenno col capo, Denis che prende subito il suo posto, automaticamente, senza pensarci e saluta tutti con un gran sorriso, Emily lo segue, restando in piedi alle sue spalle.
<< accomodatevi dove volete su! >>
Intima Tim tossendo una risata divertita, sussulta Denis voltandosi subito a dare istruzioni alla giovane autistica, sotto voce, che esitante e giudiziosa prende con una mano, in atteggiamento quasi schifato, sebbene l’espressione non sia cambiata, lo schienale della poltrona di pelle e lo faccia indietreggiare, si, due metri più indietro della normale fila che costeggia quel lato del tavolo. Inizia a girare attorno alla poltrona, bisbigliando qualche cosa di incomprensibile, sotto gli occhi perplessi dei componenti del Beta e il loro capo, mentre le due rimaste in piedi prendono posto, prima la castana poi la mora. Emily, dopo aver fatto quattro o cinque giri attorno alla poltrona geme scontenta, spingendo via quell’oggetto per sedersi, sempre con una mano, fino a che lo schienale non cozza contro il muro, poi, sibilando, s’accuccia per terra, contro il muro, catturando le ginocchia contro le braccia.
Cala il silenzio, quelli del Beta si lanciano silenziose occhiate. Alla fine, ecco che Tim si schiarisce la voce e inizia il discorso.
<< bene, siamo qui per una riunione, so che avete collaborato sulla scena del delitto e nel perimetro, sono davvero fiero di voi, ora, vorrei vi raccontaste le vostre impressioni, uno alla volta. In oltre tu, Kasdeya e tu, Denis, dovete parlare delle prove precedentemente analizzate >>
Fa cenno di iniziare, da quella parte il primo a parlare e Vergil, una smorfia s’attraversa sul suo viso, come se avesse dovuto fare molto lui li.
<< il perimetro era piuttosto agibile per l’assassino, è un borgo di senza tetto, buona parte dell’isolato è costituito da edifici e case abbandonate e / o demolite, non sono state rivelate tracce di pneumatici, non ho notato particolari segni che potessero indurre che la cassa è stata trascinata, deve aver escogitato qualche cosa di davvero affilato per portare tutto senza lasciare segni, probabilmente aveva già organizzato da settimane, o mesi così che ogni minima traccia potesse comunque sparire col tempo o così potersene accorgersene lui stesso; questo per quanto riguarda l’area interna dell’intero edificio e i trenta metri di area esterna attorno ad esso >>
Parla metodico, senza particolari inflessioni nella voce, l’ascoltano i suoi compagni di distretto, senza guardarlo direttamente. Emily non è molto visibile da quella posizione, ma sembra davvero presa nel suo appassionato dondolio su se stessa, Denis sembra completamente assente, silenzioso fissa lo schermo di proiezione bianco, sembra studiarlo nei minimi dettagli, completamente estraneo agli altri, Saphyra ha la destra che accarezza distratta il collo e guarda di sott’occhi l’albino, evidentemente segno che lo ascolta, Necrysia coi gomiti sul tavolo e il mento viso fisso davanti a lei ma iridi rivolte a chi parla. Dunque il silenzio per diversi secondi, prende parola Kasdeya.
<< le prove esaminate da me e Denis non hanno dato alcun risultato, qualche fibra risultante ad un animale, un gatto, che tuttavia non hanno portato a niente e qualche capello, che esaminato è risultato della vittima, come i precedenti test non eseguiti da noi avevano dimostrato. Nessuna impronta, nessun DNA sconosciuto, nessuna sostanza sospetta. Nella nuova scena del delitto, esaminata oggi, sono state rilevate impronte, fibre organiche e macchie di sangue esterne al quella circolare sotto la scena di tortura. Denis ed io dobbiamo ancora esaminare il tutto >>
Spiega con una voce tranquilla ed amichevole, sorridendo alle due nuove colleghe durante la spiegazione. Dopo di lei Dante, che stringe le spalle.
<< poco e niente da dire, ho controllato la zona a destra dell’edificio per quasi tutto il perimetro dell’isolato. Non vi dico che rottura, come Vergil non ho trovato assolutamente nulla, quindi evitiamo discorsi troppo lunghi e formali >>
Sbotta alzando i gelidi occhi al cielo, rilassandosi maggiormente contro lo schienale, ridacchia il fratellino minore, Nero, che segue dopo di lui.
<< ho perlustrato la zona a sinistra dell’edificio, percorrendo buona parte del perimetro dell’isolato, sfortunatamente niente, come i miei fratelli, non v’era nemmeno traccia di pneumatici freschi, a parte una lieve e quasi inesistente scia della nostra Jeep e di altre due vetture identificate del distretto >>
Restano in silenzio ora, Tim ha le mani intrecciate sul vitreo tavolo, indice che picchietta contro indice sembra pensieroso, assottiglia le palpebre e rilassa quasi subito dopo il viso, come se attendesse chissà quale pessima notizia e non sentendola, si rilassasse. Sospira ora guardando la squadra che lui stesso ha tirato su.
<< molto bene ragazzi, attendiamo Kasdeya, ovviamente, che tu e Denis facciate il vostro dovere, quando avrete e finito e quando anche Saphyra avrà concluso col cadavere, faremo un'altra riunione ed esporremo la situazione aggiornata >>
Parla con calma quasi assuefatta, per poi, con un sorriso quasi raggiante e divertito, rivolgersi alla nuova squadra proveniente da un altro distretto. Facendo loro segno di cominciare.
Denis è il primo, guarda il capo e fa una smorfia per poi guardare Kasdeya e infine, le sue mani appoggiate sulle gambe.
<< posso ripetervi quello che ha detto Kasdeya se volete, ma non penso serva a molto >>
Alza le spalle spostando lo sguardo verso Emily, ruotando un poco il busto per vederla.
<< non aspettatevi che parli e ci dica cosa ha sentito e cosa non ci ha detto di aver scoperto sulla scena del delitto, lo farà quando vorrà lei >>
Torna composto, accucciandosi meglio con la schiena, contro il morbido schienale imbottito, sbuffando verso l’altro per spostare una bionda ciocca dall’occhio destro.
<< fa così, potrebbe anche aver miracolosamente già risolto il caso, ma se ci sono anche le minime probabilità di errore lei non fiata >>
Ridacchia, divertito lui stesso dalla cosa; inarca un sopracciglio Vergil, or sporgendosi verso il tavolo di vetro, vi appoggia su i gomiti unendo le mani e quasi coprendosi il viso con queste prende parola.
<< spero sia uno scherzo…potrebbe avere informazioni vitali per chiudere quanto prima e non parla? >>
Chiede con ironia e incredulità, mentre fissa i gelidi occhi sulla figura della ragazzina, Kasdeya si schiarisce la voce, forse per attirare l’attenzione dell’albino che si limita a spostare di poco lo sguardo verso di lei.
<< calmati, non credo ci sia bisogno di iniziare una disputa, piuttosto… >>
Or voltandosi verso Denis, poi guardando le altre due nuove colleghe, sorride con aria di scuse per poi continuare.
<< è davvero così? Non c’è possibilità di indurla a parlare prima che sia lei stessa a decidere di farlo >>
Fa spallucce Denis scuotendo il capo in segno di diniego, la castana non risponde semplicemente continuando ad accarezzarsi il collo, or non più col palmo ma con polpastrelli e di poco con le unghie, a parlare la mora, con un sorriso neutro.
<< temo non sia possibile, Emily rimane pur sempre autistica, ha difficoltà comunicative con noi, che siamo la sua squadra da quattro anni, ci vuole tempo perché prenda confidenza, molto tempo. In oltre, il suo timo di autismo, levando i sensi sviluppati, tende ad un perfezionismo estremo, ordine, pulizia e perfezione, per lei “errore” non è qualche cosa di contemplabile. Se aggiungiamo le sue percezioni così sviluppate tutto viene ancora più rallentato, forzarla sarebbe come chiudere involontariamente una porta blindata di cui non conosciamo la combinazione e di cui siamo sprovvisti di chiave. Dobbiamo semplicemente aspettare >>
Ascoltando annuisce Kasdeya pensierosa, sorridendo, voltandosi poi verso Vergil, si scambiano una lunga occhiata silenziosa, apparentemente innocua, eppure densa di significati, l’albino alza gli occhi al cielo, scocciato appoggiando il mento sul dorso delle mani congiunte. Dante sogghigna, ovvio che non gli e sfuggito quello scontro discreto di sguardi e poi, fissa la mora e Nero, bhe lui sembra quasi affascinato e fissa senza discrezione Emily, sotto lo sguardo quasi incendiario di Denis. Sospira la mora, riprendendo, d’altronde tocca a lei per il resoconto.
<< sappiamo da quelle poche prove che abbiamo che l’assassino, per ora, prende di mira solo pregiudicati ed ex condannati. Ci appare agli occhi il giustiziere delle cause perse, il redentore delle anime. Sono tutti atteggiamenti che non lo possono far sembrare un altruista che vuole pulire il mondo dalla sporcizia, non credo sia così, non ne sono minimamente convinta >>
Sorriso s’allarga su quelle labbra arrossate, inclina il capo Nero, prendendo parola.
<< pensi agisca per vendetta? Per motivazioni soggettive piuttosto che altruistiche o di convinzione altruistica >>
Silenzio qualche istante, gli occhi bicolori della criminologa su di lui, poi, lentamente sugli altri.
<< più o meno, ci sono tante strade che possiamo prendere per creare un suo profilo, tuttavia, esaminiamo i fatti. Ha ricreato una simulazione dei loro reati o li ha trattati come bestie che crede che siano. Sgozzati come maiali o l’ultimo, torturato in modo che avesse le ferite negli esatti punti di frattura della “vittima”, della bambina. Ora, per un attimo, ragioniamo, perché fare tutto questo? A che scopo? >>
Qualche istante di silenzio poi la bionda prende parola facendo un cenno istintivo nell’aria con la destra, come a illustrare le sue parole.
<< può darsi che questo sistema giudiziario sia per lui insoddisfacente, o che un suo familiare o una persona a lui cara sia finita vittima di un assassinio o di un incidente, come la bambina, il colpevole non è stato punito e lui ha deciso di farsi giustizia da solo, allargando i suoi orizzonti ad altri colpevoli non propriamente giudicati e giustiziati >>
Annuisce Necrysia, sorridendole, commentando le parole appena sentite.
<< è la versione più ottimistica >>
Inarca un sopracciglio Vergil, distaccando il viso dalle mani, ora la conversazione li sta prendendo totalmente, anche Denis sembra aver distaccato lo sguardo inceneritore da Nero e alterna gli occhi chiari ai vari personaggi che parlano. Persino Emily ha smesso di dondolarsi, senza però guardarli.
<< ottimistica? >>
Chiede l’albino assottigliando le palpebre, il più giovane dei tre fratelli interviene quasi assorto, un pensiero ad alta voce.
<< se così fosse sarebbe molto più preso, rischierebbe sicuramente di fare un errore nella foga del suo senso di giustizia, si esporrebbe di più per poterne prendere di più. Se invece così non fosse, ma i suoi motivi fossero altri, rischiamo che i suoi movimenti siano controllati da se stesso fino ai minimi dettagli >>
Necrysia ride udendo quelle parole, illuminata da un sorriso eccitato.
<< esattamente >>
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Sweeeeesh, ecco qui un altro cappy u.u
E' sempre stato un tarlo quello delle ripetizione >.< e gli errori di battuta...che nervoso >.<
Grazie